Tutto il cielo che serve

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Franco Faggiani
Tutto il cielo che serve.

Sapevo che avrei letto un bel libro conoscendo la scrittura di Faggiani, in realtà ho letto un gran bel libro.

In questo romanzo ci porta sui monti della Laga, al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo.
Francesca è lì che è stata mandata in missione, è una geologa e caposquadra dei vigili del fuoco.

“ Un compito facile…una cosa per lei da niente, le toccherà andare qualche giorno per i boschi….tanto a lei piace “

Certo Francesca ama i boschi e la montagna.
Non si aspettava una donna elegante e truccata il direttore quando l’ha incontrata per assegnarle il lavoro, conosceva solo il cognome e il curriculum.

E per di più girava sempre con due cani appresso, da ricerca e addestrati.
Sui monti della Laga, a nord ci sono i Sibillini e a sud oltre il lago di Campotosto, cominciano i valloni del Gran Sasso, in mezzo posti belli e selvatici ed è lì che Francesca deve posizionare dei sensori per monitorare movimenti del terreno perché sono state segnalate delle spaccature nel terreno, dopo tante scosse di terremoto, in maggior parte sul versante che da verso Amatrice.

Da sola con i suoi cani: Rufus, con tanto di pedigree, addestrato per cercare persone morte, che avrebbe dovuto essere abbattuto e Nuzzo piccolo meticcio che si era aggregato a loro quando era andata ad un seminario di vulcanologia sull’ Etna.

Il compito facile si rivela molto impegnativo, tanto cammino tra terreni scoscesi, sentieri di montagna, un lavoro che richiedeva molta attenzione, con l’attrezzatura sulle spalle e per riposare una tenda piazzata nel sottobosco, cena con zuppa liofilizzata e poco altro per la sopravvivenza.

E per rilassarsi, a sera tarda, ascoltava il vento, come faceva da bambina con la madre che le ha trasmesso l’amore per la montagna.
In questa tranquillità il primo a dare segni di irrequietezza è stato Nuzzo, il terreno ha cominciato a rimbombare, i suoni fragorosi e sempre più cupi: il terremoto.
(quello del 2016)

Comincia all’impazzata la sua partecipazione da vigile del fuoco e caposquadra, per aiutare, organizzare i soccorsi quanto prima.
Non era facile comandare una squadra di soli uomini, non è difficile immaginare le battutine e i pregiudizi:”…. per arrivare fin qua in un ambiente come il nostro, mi ci sono voluti impegno, lacrime e sopportazione, altro che dover affrontare i vostri sguardi rancorosi, gli ammiccamenti idioti, i mugugnetti da quattro soldi….”, così dirà al collega che meno la stimava e che poi si è ricreduto.

Il lavoro era incessante, i mezzi pochi, c’era da salvare vite, mettere in sicurezza, scavare,sorvegliare notte e giorno , in un continuo movimento della terra, tra monti, valli e paesi.

Francesca va oltre il suo lavoro, non ha orari e spesso va da sola in cerca di persone da salvare o trovare, anche contro gli ordini dei superiori, non si risparmia è fatta così.
Il lavoro è tantissimo e molti sono i colleghi coinvolti da ogni dove, giorno e notte senza interruzioni e senza risparmiarsi, professionali, specializzati e soprattutto umani.

Ed in mezzo al dramma, al dolore, lo scrittore fa emergere la bellezza di quei territori, prima e anche dopo il terremoto, alcune zone poco conosciute, ma dal punto di vista paesaggistico di grande bellezza.

Nei suoi camminamenti Francesca guarda la natura che la circonda estasiata e molto sofferente dopo il disastro.
Quello che è successo in quel terremoto tra Marche e Abruzzo è fatto di cronaca, quello che meno emerge dalla cronaca è il lavoro continuo, professionale, in mezzo al rischio e al pericolo dei vigili del fuoco, che qui è messo ben in rilievo a cui davvero si deve moltissimo.

Il libro è dedicato a loro:

“Hanno scelto di fare un lavoro duro rischioso e bellissimo:aiutare la gente restando defilati”.

Francesca imparerà da questa esperienza, avrà modo di conoscere persone che l’arricchiranno interiormente, sarà messa in discussione dagli altri e da se stessa, metterà un po’ ordine nella sua vita, che non è stata tutta rose e fiori.

L’amore per la natura, la montagna, gli animali assumerà un valore ancora più più forte.
Chiunque legga questo libro non può rimanere indifferente.
Faggiani, come è bravo a fare, descrive paesaggi, con vere e proprie pennellate di bellezze di colori e accompagna il lettore nei percorsi che attraversa, con dovizia di particolari.

Così come con tatto e delicatezza parla delle storie e degli gli affetti dei suoi personaggi.
In questo romanzo c’è anche una storia d’amore coinvolgente, imprevedibile , come imprevedibili sono gli eventi atmosferici.

Tanti gli interrogativi che il libro sprigiona, amare profondamente la natura e saperla rispettare per esempio, affrettarsi a porre rimedi per la riduzione dei danni e altro ancora.

Tutti argomenti molto attuali e all’ordine del giorno degli incontri internazionali.

Una lettura molto bella, interessante, coinvolgente, una scrittura fluida e ricca.
Un libro che mi sento di consigliare molto.

Anna