Marco Amerighi
Randagi
Pietro Benati protagonista del romanzo intreccia il suo vissuto a quello di innumerevoli personaggi. A fare da sfondo la Storia a cavallo fra gli anni Novanta e i Duemila, Pisa è la sua città.
La famiglia di Pietro e i suoi amici, Laurent, Dora e Andrei in primis, reggono le fila della storia insieme al protagonista ma l’intero romanzo è disseminato di personaggi secondari che, se non sono fondamentali ai fini della trama, lo rendono comunque vivo, vero, sincero.
Lo fanno assomigliare alla vita reale.
Fra tutti i personaggi che costellano le pagine di Randagi, quello di Tommaso Benati merita un posto d’onore. Se Pietro arranca nella “mediocrità”, solo perché non crede in se stesso, il fratello maggiore, che nel libro viene sempre chiamato T, splende invece di luce propria in ogni campo: nello sport, a scuola, con gli amici e con le donne.
Un personaggio brillante .Tommaso è il fratello grande in tutte le accezioni, il modello, il punto di riferimento costante anche quando non c’è.
La sua assenza è presenza assoluta: «C’era una sola cosa di cui Pietro aveva bisogno per resistere nello sconforto che dalla pelle sentiva filtrare nel suo corpo e immiserirlo ogni minuto di più, ed era la persona a cui si sforzava di non pensare da più di due anni».
La famiglia Benati, oltre che da T, è composta dal padre Berto detto “Il Mutilo”, truffatore dal passato torbido e dal presente in manette, dalla madre Tiziana, ipocondriaca convinta di dover attirare su di sé quanto di brutto debba accadere ai suoi cari, e dai nonni. E poi ci sono gli amici: Andrei a la muerte, attempato musicista dai modi strani, il più classico dei personaggi di provincia e il più leale fra i compagni di vita, Dora, che combatte con i suoi fantasmi e le sue tendenze masochiste, alla continua ricerca d’amore, e Laurent Morin, il coinquilino sopra le righe.
Nel suo folle modo di vivere, è il più lucido, il più centrato dei caratteri.
Tutti con delle potenzialità e come Pietro credono poco in se stessi e come Pietro con situazioni familiari a dir poco critiche.
E poi, appunto, ci sono tutti gli altri personaggi che Pietro e i suoi sodali incontrano lungo la via, dal professore universitario alla madre di Dora, dall’agente che gli procura il provino a Londra fino a Melany, la moglie americana di T.
Tutti ingranaggi di un meccanismo che l’autore sa ben combinare.
Pietro sembra sempre destinato a scomparire. Picchiato, maltrattato, abbandonato, solo a 28 anni riesce a fare pace con se stesso e con il passato, imparando a guardarsi dentro.
Una scrittura asciutta , una storia originale, a volte commovente, una generazione che vive difficoltà, incomprensioni, delusa ma che in fondo non si da per vinta.
A me è piaciuto molto.
Anna