Stefano Massini
Qualcosa sui Lehman
Recensione a cura di Anna Cavestri
Heymun Lehman, ebreo figlio di un mercante di bestiame originario della Baviera, sbarca al New York l’ 11 settembre 1844.
Decide di stabilirsi a Montgomery, in Alabama, una città dove l’economia ruota tutta intorno alle piantagioni di cotone, apre il suo negozio di stoffe e abiti. Presto si spande la voce che Lehman sia tra i migliori sulla piazza: il suo cotone è di ottima qualità e il successo non tarda ad arrivare.
A distanza di qualche anno lo raggiungono anche i due fratelli minori: Emanuel detto “Braccio” per via del suo carattere impulsivo e Mayer, roseo e glabro come una patata, noto in famiglia come “Bulbe”.
Una testa, un braccio e una patata, conosciuti a Montgomery come Lehman Brothers, cercano di farsi strada nella grandissima America con grande fortuna.
Dal commercio dei tessuti passano velocemente, non senza qualche passo falso, al commercio del cotone, poi del caffè, dello zucchero, del carbone, fino ad arrivare a ciò che sembra una scommessa persa in partenza, l’industria ferroviaria.
Con il susseguirsi delle scelte economiche i fratelli si sposano e hanno figli, alcuni dei quali seguiranno le orme paterne.
Qualcosa sui Lehman è un’opera preziosa in ogni sua parte. In un arco temporale che attraversa 160 anni, Massini ripercorre la storia della società finanziaria Lehman Brothers, dalla sua fondazione come piccolo negozio di stoffe nell’Alabama schiavista di fine Ottocento fino alla bancarotta, e in parte anche la storia dell’America.
Un intrigo di personalità, familiari e non, che sono la cartina tornasole dell’umanità nelle sue diversità. Un libro di 773 pagine scritto in forma di ballata e raccontato.
In un’intervista reperibile sul web Massini dichiara che non era nel suo interesse soffermarsi sul fallimento della Lehman, quanto piuttosto analizzare che cosa è fallito al suo interno.
Senza emettere giudizi morali di alcun tipo, la storia oltre ad interessare chi legge al contempo fa riflettere su cosa accade all’uomo troppo ambizioso che dimentica se stesso e le proprie origini.
Anna