Roberto Camurri
Qualcosa nella nebbia
Il romanzo si svolge su due piani. Il primo vede protagonista uno scrittore, Roberto, forse lo stesso lo stesso Camurri?
Come l’autore, anche il protagonista presenta i suoi libri in Olanda, dove “A misura d’uomo “ ( un suo libro) è stato veramente tradotto, ha una figlia e, come recita la bandella del libro, «lavora con i matti».
Lo scrittore protagonista sta lavorando a un nuovo libro. Qui entra in gioco, dunque, il secondo piano, ovvero le storie di Alice, Andrea (detto Jack per un aneddoto riguardante il Jack Daniel’s) e Giuseppe.
È con loro tre, i loro drammi e le loro storie che Roberto dialoga, cercando di capire se è possibile abbracciare l’infinito, ma soprattutto se è possibile fuggire da Fabbrico paese di tutti i protagonisti e immerso nella nebbia e lasciarsela definitivamente alle spalle.
Più che un romanzo, Qualcosa nella nebbia è un metaromanzo, un libro in cui Roberto Camurri si fa personaggio per riflettere sulla sua scrittura e sul suo rapporto non soltanto con i suoi personaggi.
Tutti e tre i personaggi vivono un rapporto complesso con Fabbrico. Alice ha provato a scappare da Fabbrico, e ritornandoci prova infatti «un’emozione molto simile alla vergogna». Per Giuseppe è il luogo che non può abbandonare perché spera nel ritorno di ciò che ha vissuto e perché ha bisogno dei suoi ricordi – anche quelli infelici – per vivere.
Andrea, infine, associa Fabbrico a ciò che muore, come nel caso del suo primo cane, Cipolla, e all’impossibilità della felicità.
Tuttavia, restare o tornare a Fabbrico, con tutte le contraddizioni che ne conseguono, è una condizione necessaria per i personaggi.
Fabbrico è sì come una gabbia di cristallo, che ti tiene intrappolato senza possibilità di fuggire, ma costituisce parte dell’identità dei protagonisti dei racconti.
La struttura del libro è interessante è scritto bene ed è originale questo suo essere uno dei protagonisti del romanzo.
Anna