Se vuoi posso starti vicino da qui, ad anni luce di distanza.
Mentre il silenzio cerca parole che il tempo dimentica tra le pieghe delle sciarpe all’uncinetto e delle polaroid, le noci e gli arachidi cadono sul tavolo rosso del Natale che ormai non esiste più, mentre il tuo sorriso esplode innescando la carica che faceva scoppiare il mio cuore da bambino, mentre vesto i ricordi e la tua giacca, con cui tornerò a casa, mi sembri lontano.
Ma poi sei qui dentro.
Sai, ogni foglia danza una sola volta, quando si stacca dal ramo per ricongiungersi alla terra, ma solo il viaggiatore distratto crede di assistere all’ultimo suo ballo, e quando alzando gli occhi al cielo vede solo rami spogli, è perché le lacrime annebbiano la vista e nascondono i germogli.
Posso starti vicino da qui, se vuoi, distante una vita da te.
Perché non siamo mai stati viaggiatori distratti noi, per questo sappiamo che la morte è un altro lasso di tempo che ci separa.
E sappiamo che la nostra ultima meta non è la terra, ma il germoglio.
G. Sonnessa