Lana, pastori e cardatura

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enzone

Lana, pastori e cardatura

Ci fu un grande momento nella historia humanae che a ben guardare,

fu-La-

rivoluzione delle rivoluzioni umane.

 

Non come la capacità di vocalizzare,

che -sì- ha fatto saltare in avanti noi bipedi parlanti,

ma l’opportunità di un grande bivio

a cui i nostri antenati ignari si sono affacciati,

in modo probabilmente incosciente, come su internet il primo utente.

Una finestra dimensionale ha reso ‘la storia umana irreversibile e speciale’.

 

Cito qui, in modo quasi proverbiale,

il mantra del mio professore di geozoologia

divenuto suo credo universale.

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Ecco che, per situazioni ed occasioni,

gli uomini sono passati da cacciatori e raccoglitori

a pastori ed agricoltori.

Ora non mi voglio soffermare su questo capitolo miliare,

voglio solo far notare

che dall’impiccio che si venne a creare,

tanta eredità in gerghi, parole eaereo leggende, poi,si venne a divulgare.

Scomoderò solo un attimo Caino e Abele nel decollare,per finire ad atterrare

sull’intreccio coevolutivo dell’affascinante mondo animale.

 

Yak, vacche, lama e caribù tutti erbivori e qualcuno in più,

l’uomo ha saputo addomesticare per il latte e il pellame,

sopra e sotto l’equatore, pascolando con amore.

Ma accanto ai maestosi animali,

nei graffiti rupestri già consacrati,

dal pastore, senza far tanto fragore, vennero presto affiancati

piccoli quadrupedi ai suoi scopi ben adattati.

Ai muggiti baritonali delle mandrie in pompa magna i possidenti,

hanno messo alle calcagna,greggi belanti, parimenti.

yak

Appare di frequente nella historia humanae sapiente

che sacro e profano,

verità e finzione,

ideale e reale

si vengano a mescolare,

come chiosa fraseggiare il detto popolare

‘tra il dire e fare c’è di mezzo il mare’.

 

Per latte, sangue e pargoletti hanno sfondato,

caprini e oviniil mercato.

E mentre al sud la coda grassa di erbe mediche ha fatto manbassa,

al nord nell’emisfero, una spinta culturale adattativa

ha portato la lana in prima fila:

per il bisogno di isolare il corpo glabro senza pelo

e contrastare così freddo e gelo con un telo.

 

D’amblè ora incrocio con piacere,

il mio breve itinerario

ad un inaspettato geologico scenario.

Nel trecento, che afflizione, arrivò una nuvola‘piccola glaciazione’.

Mi diverto ad ipotizzare

se non proprio ad azzardare,

come abbia dato pretesto a qualcuno di molto lesto

che durante il medioevo ha fatto grande fortuna

inventandosi una nuova mercanteggiatura.

 

Ancora il proverbiale mantra universale, ci mostra in modo cattedrale

come evoluzione e storia han fatto un bel baccanale.

 

Nel far di conto e grandi affari,

cosa ci facevano i Medici tra i due mari?

Un’impresa appena fondata grazi

navee alla lana cardata!

 

La pezza andava colorata

e al blu del guado e della cenere sovvenne, a guisa di mordente,

un allume portentoso che tinteggiò di un rosso sontuoso

sia il drappo papale che la seta d’oltremare.

L’antisettico esemplare

si apprestava dunque, ad un nuovo uso quasi paranormale.

E così avvenne che l’affare per anni si sostenne,

pecora

il primo banco di cambio fu fondato

e il circuito di mercanti e moneta saldato.

E per affari, come spesso appare,

guerra e pace si vennero presto ad intrecciare.

Giacimenti di allumedi rocca, Ottomani e Papato

facevano parte dello scacchiere del di Toscana

il Gran Ducato.

Aggiungiamo pirati e furfantelli

a creare narrazioni degne di menestrelli.

 

Ecco come pecore, lana e mordenti

aprirono ai Magnifici emergenti

un mercato a Londra della cardatura

e una storia bancaria ben più duratura!

Grazie ai Medici e agli ovini ammiriamo mozzafiato

La Venere di Milo uscire dal bagnato!

venere

 

Maria Elena Flamigni