Una volta vi era una villetta liberty a Galatina, nata durante il ventennio fascista con tante palme, un gelso secolare, un orto, un giardino con le rose che fiorivano anche in inverno ed uno retrostante con gli agrumi i colori e gli odori fragranti delle zagare. I muri alti preservavano questo paradiso dagli occhi.
Un giorno la speculazione decise di tagliare il viale di accesso, decidendo di far soffrire il secolare gelso costruendo una strada e soffocando le radici, costringendo il gelso a coricarsi da un lato. Ma con grande fatica il patriarca verde resisteva, finchè un brutto giorno fu tagliato e fatto a pezzi per una nuova strada e nuovi comparti edilizi. Dopo qualche anno e siamo ad oggi, fu la villetta, i giardini e gli orti ad essere spazzati via dalle ruspe per far strada al progresso.
La tangenziale di sud-ovest di Galatina questa la strada, ormai mancavano solo i due terminali dell’opera quello nei paraggi dell’enorme quercia vallonea secolare di San Sebastiano nei pressi dell’ospedale. L’altro nella parte finale di via Lisi con il comparto edilizio pronto a mangiarsi quel che resta del villino liberty già deturpato dalla nascita della strada.
Questa tangenziale che si è voluto comunque realizzare per fare da servizio probabilmente per i “ Comparti ” che la affiancano. Suoli che il nuovo PUG destina a zone di espansione, che con l’arteria stradale si vedrebbero inevitabilmente rivalutati. Si badi bene : Comparti, ovvero aree edificabili dove è il privato a farla da padrone, che oltretutto nel caso dovesse autonomamente decidere di realizzare da se anche le opere di urbanizzazione, il Comune non incasserebbe neanche gli oneri concessori.
Nel caso invece di “Lotti perequativi” il discorso sarebbe completamente diverso, laddove in un dare-avere tra il privato e l’Ente Comune, sarebbe quest’ultimo a gestire la pianificazione urbanistica. A tutela quindi, oltre che del legittimo interesse privato, dell’ancor più legittimo interesse della comunità. Insomma, al posto di asfalto e cemento, tutela, riqualificazione e rilancio del territorio inteso come bene comune. Purtroppo non fu questa la strada intrapresa, ma quella che inseguendo la cosiddetta “tangenziale ovest”, ci porterà sott’acqua ad ogni pur misero acquazzone in particolare nell’area della masseria Sant’Antonio.
Il luogo ci racconta di viaggi, di storie che si intrecciano. Cancellare le vecchie tracce del passato suona ad onta e spregio per il presente. A pochi metri da qui una nuova strada di nero bitume segnerà con una cicatrice un territorio ed una campagna tra le più fertili della zona, ricca di risorgive ed una falda freatica a pochi metri.
La speculazione però chiama forte. Come per magia i terreni agricoli si trasformano in terreni edificabili ed i soliti compartisti costruiranno le loro belle villette a schiera con vista sulla tangenziale.
La speculazione però chiama forte e la vecchia quercia vallonea di San Sebastiano offrirà ombra e ristoro ai pargoli accanto ad un nero circuito dove sfrecceranno le auto dirette verso il nulla.
Ad imperituro ricordo ho postato la foto della villetta liberty prima di essere abbattuta ed altre due foto, con le palme ed i conci messi in un angolo del cantiere. Forse per essere conci di riuso delle nuove villette.
Raimondo Rodia