Buon salve! Oggi la leggenda ci catapulterà ben oltre i confini dell’Italia! In particolar modo sugli Urali!
Tantissimi anni fa le persone che abitavano i villaggi si guadagnavano il vivere con il proprio mestiere e succedeva che a volte nascevano mestieri così importanti e interessanti da dover trovare al più presto degli eredi a cui passare la manovalanza.
In un piccolo villaggio esisteva un ometto chiamato Prokopyich molto abile nella lavorazione della malachite.
La malachite è un minerale di rame della famiglia dei carbonati (per la precisione è un idrossido carbonato rameico), e risulta effervescente al contatto con l’acido cloridrico.
Da questa ricavava monili, pietre incise e altri piccoli oggetti tanto da diventare così famoso che coloro che governavano il piccolo villaggio diedero la disponibilità di molti giovani per lavorare al suo servizio e imparare quel particolare impiego…peccato che nessuno oltre Prokopyich ne fosse degno e abbastanza in gamba da creare oggetti speciali.
Giovani prestanti e muscolosi vennero dati in pasto al lavoro e poi in una piccola casetta ai confini del villaggio vi era un giovanotto gracile e così piccolo che nessuno considerava lontanamente di poterlo impiegare in qualche lavoro per premura che non stesse male di salute.
Il giovanotto era pieno di sogni e passava le sue giornate ad osservare la natura che lo circondava.
Lui non stava mai con le mani in mano e vedendo un vecchio pastore in difficoltà a gestire le proprie pecore, il ragazzo pensò bene di allietare la situazione con il suono del proprio flauto…
Magia?
La situazione da tesa quale cambiò, il pastore e le pecore si rilassarono tanto da addormentarsi…ma ahimè addormentarsi ai confini di un villaggio in mezzo alla campagna solo una cosa voleva dire….
Allora i boschi che confinavano con le casette dei coltivatori erano sovrappopolate da creature quali i lupi e questi con tutta la loro astuzia nel procacciare il cibo non si fecero scrupoli a farsi avanti e a ingozzarsi di almeno la metà delle pecore.
Sfortuna vuole che per questo vennero puniti sia il nostro giovincello, che faceva di nome Danilo, che il pastore…una punizione davvero severa per chi era colpevole di sottrarre cibo e oggetti al villaggio…
Da tutto questo Danilo non ne uscì se non con molte ferite e una gentile vecchina che lo vide in difficoltà decise di ospitarlo nella sua casa e una volta curato, dopo aver ricevuto tantissimi ringraziamenti dal gionvincello, prese la palla al balzo e ne fece suo allievo.
La donna insegnò al ragazzo tutti i segreti delle piante e fu proprio in una di quelle giornate che Danilo venne a conoscenza del Fiore di Pietra della Montagna di Malachite.
“Ah Danilo…chi trova quel fiore felice non sarà mai!”
“Perchè?”
“Quel fiore in particolare è uno dei più belli e cari di questo mondo”.
Dopo che il ragazzino si ristabilì perfettamente la donna decise che era ora di fargli fare dei giri per suo conto e così l’ometto di nome Prokopyich e il nostro Danilo di incontrarono.
Finalmente aveva la possibilità di poter diventare allievo di qualcuno che non lo ritenesse troppo gracile per il proprio lavoro, al contrario di tutti i dirigenti del villaggio che nemmeno lo avevano preso in considerazione.
La donna ci aveva visto lungo e gli ordinò di rimanere da Prokopyich per imparare tutto quello che aveva da insegnargli sulla malachite.
E si svelò che Danilo era il più bravo tra tutti i ragazzi che si erano presentati e l’ometto che non aveva figli, giorno dopo giorno si affezionò al ragazzo come se fosse figlio suo.
Passarono gli anni, il ragazzino non era più gracile e tenerello, diventò alto, forte e bello.
Venne il giorno in cui a Danilo venne affidata la lavorazione di un vaso in malachite su ordine del gran capo del villaggio e giorno dopo giorno, schizzo dopo schizzo, il ragazzo dovette osservare con cura piante e fiori del bosco fino ad arrivare a ciò che voleva e che il progetto originale prevedeva.
Quando lo mostrò agli altri artigiani, tutti lo elogiarono e lodarono il lavoro, ma Danilo scosse il capo: “Questo vaso è fatto precisamente secondo lo schizzo, ma in esso non vive alcuna bellezza. Quando si guarda il più semplice fiore, la gioia riempie il cuore a causa della sua bellezza. Dov’è questa bellezza nella pietra?”
Non lo avesse mai detto…i presenti si guardarono con aria preoccupata…da anni il villaggio nascondeva un segreto.
Nessuno osava mai parlare con tanta determinazione su ciò che la pietra dovesse assumere sotto le proprie mani…
Un artigiano molto anziano lo avvertì: “Non devi parlare così, altrimenti potresti diventare un servitore della Signora della Montagna di Rame! I suoi operai vivono e lavorano nella montagna e nessuno li vede mai. Una volta fui abbastanza fortunato da vedere il loro lavoro. Magnifico! Il nostro lavoro non è nemmeno paragonabile, perché loro hanno visto il Fiore di Pietra e possono capire la bellezza delle pietre!”
Ma Danilo era giovane e come giovane la curiosità si mischiò ben presto alla stupidità.
I mesi passarono e Prokopyich era preoccupato per il figliolo, sempre più determinato a fissarsi su quell’opera che doveva rendere perfetta e farla sottostare al proprio volere, e l’aveva esortato più volte a sposare la sua fidanzata, Katya, perchè ormai era giunta l’ora di pensare anche a ciò che il futuro poteva dargli, nonostante ancora la giovane età, ma Danilo non era d’accordo: “Voglio aspettare!” rispondeva, “Prima devo fare il mio vaso e poi penseremo del matrimonio.”
Lo avevano avvertito i saggi di non attirare l’attenzione su di se…i boschi e le montagne non erano popolate solo da animali ed esseri umani…ciò che gli avevano raccontato era da tempi antichi profezia che gli accompagnava…
Danilo trascorreva più tempo all’interno del bosco che dentro la bottega del proprio padre e vi fu il giorno in cui accadde ciò che non sarebbe mai dovuto accadere….iniziò ad attirare attenzioni.
“Artigiano Danilo, cerca la pietra sulla Collina del Serpente.”
Un bisbiglio, una voce flebile…ma lì attorno non vi era nessuno se non una figura di una donnache intravide per un attimo e che subito scomparve.
“Forse era la Signora della Montagna di Rame!”
La stupidità e la voglia di avventura presero il sopravvento, i arrampicò sulla Collina del Serpente e trovò un blocco enorme di malachite.
Tutto contento, se la portò a casa e cominciò ad intagliare il vaso…ma ben presto fu di nuovo deluso dal risultato e tristemente pensò fra sé: “Forse non sono affatto in grado di capire la potenza e la bellezza della pietra”, cosicché decise di rinunciarvi e di annunciare la data del suo matrimonio con Katya.
E via a feste e danze e il giorno precedente il matrimonio Danilo andò di nuovo a passeggiare sulla Collina del Serpente, si sedette pensando sempre al Fiore di Pietra e alle parole della sua vecchia mentore: “Come mi piacerebbe vedere quel fiore! Scoprire la vera felicità per un momento!”.
Il suo amore per Katya non gli era mai bastato, era sempre rimasto deluso al pensiero di non aver mai più portato a compimento quel suo primo incarico come voleva lui.
E fu allora davanti ai suoi occhi apparve la Signora della Montagna di Rame.
Danilo con sguardo stupefatto prese coraggio e la implorò: “La vita non ha alcun valore per me se non vedo quel fiore!”
“Io potrei mostrartelo, ma dopo te ne pentiresti. Tutti quelli che hanno visto il mio fiore hanno lasciato la loro famiglia e sono venuti a vivere nella mia montagna. Pensa a Prokopyich e Katya che ti amano”.
“Lo so”, gridò Danilo, “ma devo vederlo!”.
“Bene”, disse lei, “andiamo nel mio giardino”.
Lo prese per mano e lo condusse in un luogo magico della foresta dove gli mostrò il meraviglioso Fiore di Pietra.
Alla sera Danilo, soddisfatto, tornò al villaggio per i festeggiamenti che si tenevano in previsione del matrimonio che sarebbe avvenuto il giorno dopo e all’inizio si divertì, ballò e cantò canzoni, ma col passare del tempo diventò sempre più triste e alle domande di Katya rispose di soffrire di un crescente mal di testa.
Quel mal di testa fece scattare qualcosa in Danilo, una specie di connubio tra dolore, tristezza e malvagità, restituì la nuova casa acquistata per il matrimonio, ruppe il vaso che aveva fatto e scappò via.
Nel villaggio si mormorò parecchio dopo la sua scomparsa, ma nessuno sapeva dove poteva essere andato.
Passarono tre anni. Tra anni in cui la povera Katya dal cuore spezzato non si trovò mai più chi amare e chi sposare e alla morte dei propri genitori decise di andare a vivere nella casa del vecchio Prokopyich per aiutarlo nel suo lavoro.
O almeno quel po’ di tempo vitale che gli rimaneva fino a che anche prokopyich morì e Katya ereditò ciò che rimaneva del lavoro dell’ometto, si impegnò e realizzò una serie di spille da vendere.
Si recò dunque sulla Collina del Serpente dove sperava di trovare dei buoni pezzi di pietra ma quando fu là, il luogo le ricordò il suo amato Danilo, e pianse.
Pianse a lungo, per Danilo, per i propri genitori, per Prokoyich e per se stessa…cosa ne era stata della propria gioventù?
Non si era accorta che nel esatto punto dove le sue lacrime cadevano vi era un enorme pezzo di malachite e asciugandosi il viso lo afferrò e lo portò a casa dove incise delle spille.
Lavorò duramente e meravigliosamente bene, seguendo le venature naturali della pietra. Fu molto felice quando riuscì a vendere i suoi lavori a un commerciante all’ingrosso del villaggio.
“Le mie spille sono i pezzi migliori del suo magazzino”, pensò, “sono stata fortunata a trovare quella pietra, forse Danilo mi ha aiutata.”
Corse un’altra volta alla Collina del Serpente in cerca di una buona pietra, ma di nuovo pensò a Danilo e in lacrime, singhiozzò: “Dove sei? Perché mi hai lasciata?”.
Quando alzò lo sguardo si accorse che davanti a lei si stava aprendo un varco sconosciuto che apriva il passaggio verso il centro della foresta.
“Questa deve essere la Montagna Magica”, pensò,”forse potrei vedere il mio Danilo”.
E fu allora che intravide una figura in lontananza…era davvero lui?
Quando si decise a tornare a casa nessuno le volle credere e si decise sempre di più che fosse tutto frutto della sua immaginazione..,e proprio per questa preoccupazione il giorno dopo volle salire ancora una volta alla collina, noncurante che poco lontano da lei una persona iniziò a seguirla.
Giunta sullo stesso luogo Katya cominciò a urlare: “Danilo, dove sei? Rispondi!” e inspiegabilmente l’eco rispondeva….
“Non è qui…”
Colei che era temuta da tutti e tutte al villaggio, apparve, la Signora della Montagna di Rame.
“Perché sei entrata nel mio giardino? Se hai bisogno delle pietre prenditi quelle che ti servono e vattene!”.
Il coraggio non le mancava per rispondere a dovere.
“Non ho bisogno delle vostre pietre morte, ridatemi il mio Danilo. Non avete il diritto di rubare il fidanzato di un’altra!”.
La signora le rise in faccia.
“Hai idea di chi sono io?”
“Non sono cieca, so chi siete. Non ho paura di voi! Per nulla… e so che Danilo vuole ritornare da me”.
“Bene”, ribattè la Signora, “chiediamoglielo allora”.
Fu allora che Danilo fece la sua apparizione…
“Devi scegliere Se sceglierai di andare con lei, dimenticherai tutto quello che hai visto e appreso nella montagna, se sceglierai di restare, dovrai dimenticare tutto il resto del mondo.”
Danilo guardò Katya e qualcosa nei suoi occhi luccicò…non l’aveva dimenticata e non aveva dimenticato ciò che aveva fatto.
“Mi dispiace, non posso dimenticare le persone che amo. Penso a Katya ogni minuto della mia vita”.
La signora sorrise: “Va bene così, Danilo, ritorna pure a casa. E per la tua onestà e lealtà ti farò un regalo: non dimenticherai quello che hai imparato qui, ma in cambio mi devi promettere che non parlerai a nessuno della montagna magica. Se qualcuno te lo chiederà, dirai che ti sei allontanato per migliorare la tua esperienza.”
E così fu permesso loro di tornare a casa…e colei che seguiva Katya poco prima non vide la scena…era la sorella di lei e inspiegabilmente si era persa nel bosco…nonostante non avesse mai tolto gli occhi dalla parente.
Abbandonate le speranze di scovare il perchè dei misteriosi viaggi nel bosco…tornò a casa e quando vide i due insieme…in lontananza si mise a urlare…
“Katya, Danilo, dove siete stati?” Danilo sorrise e rispose: “Sono andato a studiare la mia arte presso un bravo artigiano che vive lontano di qui.”
Davvero doveva bersi una tale notizia?
E da allora tutto il dispiacere fu dimenticato e insieme, per molti anni, continuarono a vivere in quel piccolo villaggio e continuarono il lavoro di tradizione divenendo famosi in tutta la Russia come i migliori incisori di pietre di tutti gli Urali.
A-