Giosuè Calaciura
Io sono Gesù
A cura di Anna Cavestri
Si racconta a 30 anni Gesù, ripercorrendo la sua vita, quella di un “ predestinato “, nato in una stalla come ci è stato tramandato e poi arrivato a Nazaret, con il padre Giuseppe il falegname e la madre Maria.
È un bambino che aiuta nelle faccende di casa, che segue suo padre nella bottega .
“Mio padre che faceva miracoli con il legno, con le sue mani onnipotenti, che aveva sgrossato dalle radici ogni animale della Creazione per il mio divertimento».
Sua madre presenza silenziosa la sera si preoccupava di fargli imparare le letture sacre.
Il suo dramma comincia la mattina in cui si accorge che Giuseppe non c’è più, via per lavoro, gli diceva la madre, non l’ha mai convinto.
Ed è a 14 anni che scappa di casa per cercare suo padre, Giuseppe il falegname.
Troverà ostacoli, dovrà patire fame e freddo e arrangiarsi per andare avanti nella sua ricerca.
È un Gesù lontano da quello delle scritture sacre, non ha alcunché di divino
è un adolescente in cerca di un’identità e della sua strada.
Ed è nella sua fuga , un cammino pieno di sorprese che scoprirà passioni e tradimenti, dolcezza e violenza. Attorno a lui uomini e donne che sono figli di una terra con leggi spietate,che lo porteranno a dire “Dio deve essere un bambino ricco e capriccioso. Gioca a farci soffrire».
E non trovando il padre, torna a casa a 17 anni, ormai quasi uomo, con un grande rammarico “Padre perché mi hai abbandonato ?“, Giuseppe gli manca più di tutto.
A Nazaret prova a ricalcare il lavoro del padre, comincia a farsi conoscere come falegname e sarà apprezzato.
Con la madre si limita a dire il necessario, condividono i pasti, la ritiene “responsabile “ dell’allontanamento di Giuseppe . ”L’unica colla che teneva uniti mio padre e mia madre ero io. Le mie urgenze, le mie necessita e l’ansia di sottrarmi alla furia dei prepotenti del mondo “
Tutti i fatti narrati hanno numerosi riferimenti ai vangeli, compaiono personaggi che nella vita di Gesù “ il predestinato “ sono citati, ma non nell’esattezza dei vangeli.
Barabba sarà un traditore durante la sua fuga, Lazzaro uno da aiutare, Giovanni il cugino che va in giro a predicare, Giuda diventa un amico e altri.
La personalità di Gesù descritta da Calaciura è contraddistinta dall’inquietudine, dall’acuta sensibilità, da un’intelligenza pronta e creativa, da una istintiva all’operosità e generosità, dalla disponibilità al sacrificio, a cui corrisponde un destino di solitudine.
Nelle tragiche avversità che si susseguono a Nazaret, in cui un intero paese viene messo alle stregue e lui non si risparmia mai, rimane solo, sofferente, con una madre che sente avversa.
“Io non pregavo da anni, avevo perso ogni contatto con quella parte di me, mia madre aveva curato e concimato sin da quando ero bambino “
“Continuava ad amarmi, rassegnata per non aver esaudito il suo segreto misterioso “
Dopo aver perso anche Anna, prossimi al matrimonio, riflettendo sull’ingiustizia della morte si convince che il suo destino era proprio la solitudine:
“ in questo momento scopro che la mia vita, se mai è stata mia, non mi appartiene “
Il finale, che contiene sorprese, lasciando al lettore il suo percorso nella direzione che più gli è consona verso Gesù.
L’ho trovato un bel romanzo, la restituzione di un Gesù, persona “ comune “, che pensa anche a se stesso, una scrittura coinvolgente, e molto ricca.
Anna