Il Bruco che odiava le farfalle
Questo scrive di me un amico, scrive di quel che scrivo, racconta da dove nascono le mie piccole raccolte di riflessioni che alcuni, forse con troppa cortesia, chiamano libri.
Il Bruco che odiava le farfalle , settantaquattro pagine, sei stupende illustrazioni a tema di Federica Consogno, tre audiopoesie accompagnate dai musicisti del Collettivo Di Versi e Poeti, una raccolta che orgogliosamente porta il logo, lo spirito, la determinazione e la trasparenza di una realtà che alcuni chiamavano utopia, ma che pochi altri da sempre chiamano Libereria.
Ogni copia venduta rappresenta per me la possibilità di stampare ancora, perché proprio grazie alle quasi trecento persone che hanno acquistato ” Pensieri sparsi di un pendolare assonnato”, ad un anno di distanza, sono pronto per ripartire.
Se vi va di sostenermi, scrivetemi in privato.
P.s.
” CON UN POST COSÌ LUNGO NON SI VENDE UN LIBRO, BISOGNA ESSERE CONCISI e bla bla bla…”
Chi non ha la pazienza di leggere più di tre righe, non avrà mai voglia di leggere settantaquattro pagine, quindi, questo non è un post per tutti, ma solo per gli interessati, cui dico ” a presto”
Alessandro Mazzà
“I poeti si parlano addosso.
O permettono che la Poesia, per il loro tramite, si parli addosso.
Fa eccezione questo mio fratello, vero fratello sulla strada della Poesia, che si chiama Gianluca Sonnessa?
Al punto uno si risponderà: sì. Gianluca non si parla addosso, si parla dentro; e lo fa in un modo bellissimo, che è carezza ed esplosione insieme.
Al punto due, da Orfeo in su (nel senso della risalita dagli inferi, almeno con la voce), nessuno scappa, per fortuna nessun Poeta scappa; e per questo e in questo noi siamo complici folli e felici.
I poeti sono cercatori scontenti che si fanno ri-creatori; si sa che è, questa, una mia fissazione.
I poeti concorrono al libro del mondo aggiungendo sempre un come dire mentre il mondo offre il cosa, offre materie prime che rimangono ultime, hanno il passo grave, hanno un regno che, contrariamente a noi, rimane di questo mondo, ma noi le vestiamo e le celebriamo e le esorcizziamo e le onoriamo e le eterniamo e le riscattiamo dalla povertà dei moventi intercambiabili, noi problematici e potenti campioni magnanimi, noi malati di sguardo che non ci lasciamo fregare dalla cosiddetta realtà.
Questo mio fratello, vero fratello sulla strada della Poesia, che si chiama Gianluca Sonnessa, l’ho già detto ma lo ripeto, questo fratello oggi si ripete; questo fratello, vero fratello, oggi ritorna con la sua seconda opera, torna per approfondire il solco, così sicuro nella sua limpidezza e potenza di voce da non aver paura ad adoperare la vanga del pensiero, scavando nelle già profonde ferite musicali della sua anima profondamente da filosofo.
E torna per raccogliere la propria stessa sfida che si era lanciato un anno fa, per afferrare una mancanza, per farla brillare di più, per farla esplodere, per non lasciare e per lasciarsi a desiderare.
La sua lingua poetica risuona,
scruta,
riflette,
trasporta,
contravviene,
inchioda.
Questo mio fratello, vero fratello sulla strada della Poesia oggi si ripete e oggi ritorna e io ne sono felice come quando lo incontrai.
E questa però è roba nostra. È una storia che nessuno vi racconterà e che tutti dovranno ascoltare.”
“Il bruco che odiava le farfalle”
Ed. Libereria
74 pagine
6 illustrazioni di @bistro.in.the.underwood
3 audiopoesie accompagnate dai musicisti del @collettivodiversiepoeti
€ 10
Per ricevere una copia del libro visitate
Il bruco che odiava le farfalle pagina Facebook
Oppure scrivetem
gg7980ce@gmail.com