Giovinazzo

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@Ladolcevitaly e Loscrivodame vi portano oggi a Giovinazzo, un paesone che racchiude uno splendido borgo medioevale.

Giovinazzo è un delizioso borgo posto sull’Adriatico, con un porticciolo caratteristico e uno splendido lungomare fortificato. Si trova tra Molfetta e Bari, da cui dista meno di 20 km.

L’Arco di Traiano vi dà il benvenuto nel centro antico. Qui si trovano il Palazzo del Marchese di Rende, il Palazzo Saraceno, sede del Municipio, la Chiesa di San Domenico e la Chiesa dello Spirito Santo con le cupole “a trullo”.

La splendida Fontana dei Tritoni domina piazza Vittorio Emanuele II, che è il centro della vita cittadina insieme a piazza Costantinopoli.

Passati gli archi di via Cattedrale si giunge al romanico Duomo di Santa Maria Assunta, che custodisce l’icona bizantina della Madonna di Corsignano, Santa patrona festeggiata per tutto il mese di agosto.

Il lungomare presenta spiagge pulite e, verso sera, si riempie di luci di locali e ristorantini. Nella Murgia costiera, non distante dall’abitato, sorge il dolmen di San Silvestro.

Le origini del dolmen sono incerte, ma è certo che esistesse già nel IV sec. a.C.

Una leggenda afferma sia stato Perseo, figlio di Giove, a fondare ‘Jovis natio’. Giovinazzo è presente nella Tabula Peutingeriana con il nome di Natiolum.

Natiolum non era altro che un piccolo centro in età romana, forse sorto sulle rovine della Netium peuceta rasa al suolo durante le guerre puniche.

Fino al 1000 circa fu solo un piccolo villaggio di pescatori, marinai e commercianti.

Analizzando le varie fasi successive, nel 1257 Manfredi la donò al parente Giordano Lancia. In seguito passò sotto la signoria degli Aragona (dal 1369 al 1461). Passata sotto il dominio spagnolo, Carlo V la vendette a Ferdinando di Capua, duca di Termoli.

Passata ai Gonzaga, fu ceduta a Nicolò Giudice Caracciolo, principe di Cellamare nel 1651. I principi Giudice furono ultimi padroni di Giovinazzo e Terlizzi fino a quando, morta nel 1770 l’ultima erede, donna Eleonora Giudice, il feudo di Giovinazzo e Terlizzi fu devoluto alla Regia Corte e in seguito a Francesco I di Borbone re di Napoli, fino all’abolizione nel 1806 della feudalità.

L'”Arco di Traiano”, è l’edificio o meglio, il monumento simbolico della cittadina. Il nome deriva ovviamente dall’imperatore che avrebbe fatto rinforzare la cinta difensiva della città. Si tratta di una delle antiche porte del borgo: ha due archi ogivali su capitelli retti da quattro colonne miliari della via Traiana (che non passava comunque da Giovinazzo).

Poi c’è Piazza Vittorio Emanuele II di forma trapezoidale, al cui centro sorge la fontana monumentale dei tritoni, costruita da Tommaso Piscitelli nel 1933.

Suggestivo anche il Torrione Aragonese, detto u tammurre in dialetto locale, a causa della sua forma rotondeggiante che ricorda un tamburo.

Poi Piazza Umberto I, attigua al moderno palazzo di città, in cui si ammira il vecchio palazzo del Governatore, le Mura aragonesi e il Fortino. Le piazze sono forse i luoghi più caratteristici di Giovinazzo e ve ne sono altre che meritano una visita: Piazza Garibaldi, piazza Spinelli, piazza Cappuccini antistante il Calvario, piazza Porto, Piazza Meschino (la piazza più grande del centro storico), piazza Costantinopoli, piazza San Salvatore la quale sorge sul suolo della preesistente chiesa di San Salvatore, andata distrutta.

“Giovinazzo is a pretty town nearby bari, in Apulia region, southern Italy.

It was a small fortified centre of the Romans, who called it Natolium, maybe built on the ruins of the Peucete Netium destroyed during the Punic Wars. It became later a flourishing commercial centre, that had trading connections with Venice.

Today it offers really interesting sightseen, such as the Cathedral dedicated to Santa Maria Assunta (12th-13th century), the Ducal Palace/Castle (17th century) and two columns of the Via Traiana”

Da visitare la Cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nel 1113 in stile romanico pugliese, con elementi normanni ed orientali; consacrata nel 1283. Fu rimaneggiata nel 1747, ma conserva un portale ogivale sul fianco destro e la bellissima parte absidale chiusa tra due campanili.

All’interno, trasformato in periodo tardo barocco, la tavola duecentesca della Madonna di Corsignano, i resti del pavimento musivo originale (secolo XII), uns tavola quattrocentesca col Redentore, arredi liturgici medievali e la cripta romanica.

Sempre in ambito religioso, la chiesa del Carmine, costruita nell’XI secolo; la chiesa di San Francesco, costruita nell’XI secolo e rinnovata nel XIX secolo e monastero delle Benedettine; chiesa di San Lorenzo, costruita nel XIV secolo; chiesa dello Spirito Santo, interessante esempio tardo (1385-95) degli edifici sacri a due cupolette in asse.

Il sistema di copertura è la sorpresa più caratteristica: le calotte interne sono racchiuse in tamburi coperti da strutture piramidali, una a base ottagonale, le altre a base quadrata. Sono state realizzate alla maniera dei trulli con il sistema a lastre di pietra sovrapposte detto “a chiancarelle”.; ha, inoltre, un portale ogivale sormontato da baldacchino.

All’interno si trova una tavola bizantina con la Madonna del Mutuo Soccorso attribuita a Angelo Bizamano (inizi del Cinquecento);
chiesa Santa Maria di Costantinopoli (o di San Rocco), edificata nel 1528 sul suolo ove prima era l’antico Seggio dei Nobili.

La chiesa ha all’interno, in una ampia nicchia, la mastodontica statua di S. Cristoforo, opera di Antonio Altieri.

Ci sono poi la chiesa di Santa Maria degli Angeli, costruita alla fine del XVII secolo e il convento dei Padri Domenicani, edificato nel 1703 ad opera del primicerio Giuseppe Buonomo, che dispose ingenti ricchezze per la sua fondazione.

Dopo la soppressione degli ordini religiosi (1809), la proprietà passò al demanio e Gioacchino Murat concesse nel 1813 che l’edificio ospitasse un Ospizio di beneficenza. In seguito Ferdinando I di Borbone, tornato sul trono, confermò tale concessione con decreto regio del 1818.

Con l’Unità d’Italia venne riformato e rinominato Ospizio Vittorio Emanuele II. In origine il complesso edilizio era di vastissime dimensioni, contando centinaia di ambienti, per un totale di oltre tredicimila metri quadrati.

La chiesa di Sant’Agostino, costruita nel XVIII secolo, con doppia cupola di Giuseppe Mastropasqua (1840 circa) ha al suo interno una croce greca decorato di stucchi. La chiesa del SS. Crocifisso,  che conserva all’interno un Crocifisso miracoloso ritrovato in mare nel luogo dove poi venne edificata la chiesa. La chiesa ed il convento annesso è affidata all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Puglia.

Infine la chiesa di San Carlo (ex chiesa di Sant’Andrea), edificata prima del Mille. All’interno delle tele con l’Annunciazione e S.Carlo, opere del de Musso.

Giovinazzo Rock Festival

Degno di nota è infine il Giovinazzo Rock Festival, nato alla fine degli anni novanta del XX secolo.

Tradizionalmente si tiene nell’ultimo fine settimana di luglio con ingresso gratuito.

Il Giovinazzo Rock Festival è inserito e riconosciuto nel circuito nazionale dei Festival musicali, anche grazie alla partecipazione a diverse edizioni del Meeting delle Etichette Indipendenti.

Nel corso degli anni son passate di qui più di 150 band tra cui Caparezza, Giuliano Palma & The Bluebeaters, Marlene Kuntz, Dirty Beaches (Canada), Bandabardò, dEUS (Belgio), Africa Unite, Blonde Redhead(USA), Nada feat. The Zen Circus, Fujiya & Miyagi (UK), Casino Royale, Il Teatro degli Orrori, Linea 77, Brunori sas, Aucan, Summer Camp (UK), Punkreas, Après La Classe, Calibro 35, Tre Allegri Ragazzi Morti, Offlaga discopax, Giorgio Canali, Ministri, Paul Gillman (Venezuela), Motel Connection, A Toys Orchestra.

Un bel borgo di mare da visitare e vivere almeno per un giorno…Fede

Foto con relativi accrediti e testo in inglese tratte da pagina autore Instagram  @Ladolcevitaly