L’autrice titola quest’opera: “Dispettri, i dispetti degli spettri”, titolo alquanto azzeccato perché le piccole burle come un mangianastri rotto che in piena notte si mette a suonare, o lo sciacquone che scarica da solo, oppure una scarpa gettata via che ritorna nella collocazione originale, possono esser definiti piccoli dispetti, avvertimenti della loro presenza.
Fino a passare a vere e proprie apparizioni fisiche che porteranno i protagonisti di questi racconti a lottare contro la loro parte razionale e aprirsi al mistero, all’occulto, e accettare che esiste.
Racconti che ci riportano a tempi lontani, dove le famiglie e le comunità erano un tutt’uno. Storie di vite differenti che s’apriranno all’ignoto e in qualche modo saranno testimoni che non siamo soli mai…A voi crederci o meno.
Libro leggero, di facile lettura. Apre alla riflessione su quanto l’uomo debba ancora comprendere e accettare che il logico, il razionale non può nulla contro l’occulto: reale e vivo più che mai nella nostra quotidianità.
Recensione a cura di Monica Pasero