CHIMERE E MEGERE
Percorso oniricoscientifico scritto qualche mese fa dedicato ad amici nuovi e del passato (ovunque siano)..con un grande inchino.
Dalla notte dei tempi, pezzi rappezzati qua e là con arte e maestria, fiorirono ovunque nell’immaginario collettivo. Il significato magico pervadeva lo spirito degli antichi, fantasiosi creatori di mezzi: mezzi uomini e – tori, arieti, meduse… mezzi affastellavano mitologie ed arte…dipinti e racconti.
In popoli distanti da noi, riti collettivi, totem e danze riproducevano anche tramite travestimenti, la relazione tra uomo e natura. Di essa si ammantava il corpo quasi per arricchirsi, nutrirsi di poteri e artigli e nello spicciolo cotidie terra-terra il glabro bipede semplicemente, ne fruiva per scaldarsi.
Nei suoi prolungamenti, gli utensili, riproponeva, per efficacia e bellezza decorativa, elementi naturali, animali o floreali.
Poi qualcosa cambiò, almeno in occidente. Con la fase delle esplorazioni nacque la curiosità verso l’esotico e la ricerca paleontologica. In poco tempo comparve chi iniziò a creare chimere fossili per ottenere da esse a volte fama, a volte soldi, a volte divertimento nel gabbare i propri pari.
Chimere appaiono nelle camere delle meraviglie del ‘500-‘600-‘700. Ricordo due cari amici che si divertivano, giovani, a combinare pezzi fossili che sottoponevano a studiosi entusiasti che incappavano puntualmente nello scherzo goliardico. Ricerca e gioco determinavano l’artefatto tranellesco.
Stacchiamoci per un attimo dal paradigma scientifico classico basato sul metodo e spostiamoci epistemologicamente sul soggetto antropologico: lo scienziato.
‘Eureka!’ Esclama quando per associazioni mentali o fisiche cioè pasticci, unisce osservazioni, fenomeni, intuizioni, ingredienti reazionari diversi. In effetti chimerizza in modo astratto, simbolico nella sua mente, o in modo pragmatico e gioca.
Immaginatevi studiosi seri che diventano divertiti pazzerelli come bambini con i Lego, avviene quando la mente razionale è messa a riposare. Leonardo? Eisemberg? Darwin? (No lui porello aveva sulle spalle la tensione di andare contro alla Chiesa e al bianco mondo tutto…)
Ora passiamo agli umanisti. Già perché dal ‘500 l’unitarietà cosmogonica si era scissa e da lì scienziati e letterati hanno iniziato a vagolare ognuno per la sua strada.. chimerizzavano pure gli scrittori con cuor saggio e men leggero. Profetizzavano un’altra virata: il Frankeistein chimera tecne-orrorifica dell’uomo che manomette la natura per ottenere un di più incarnato.
Incubo di un super potente non a caso gigante, che poi sfugge al padre e al suo cinico controllo. Ben più triste scenario dunque, quanto mai rivoluzionario.
La musica cambiò passo a seguito della seconda rivoluzione industriale quando nell’agricoltura si passò dalla selezione riproduttiva antropica via via a quella artificiale. Fu allora che la tecnica, ora tecnologia, acchiappò le chimere dai sogni e le radicò.
L’obiettivo dichiarato era quello di efficientare, la scia generata porterà dritti dritti al fiorire biotecnologico: OGM (plasmidi e piante), fusioni di cellule umane e murine (e qui mi fermo per decenza)…
Certo ogni valutazione etica si sarebbe potuta fare, ma perché se il secolo sprona, sotto il nume del capitale, al principio del massimizzare?
Ma, attenti, compare in sottofondo una più cupa melodia alla fine del secondo conflitto mondiale. Inorridito dall’atomica, qualche Stato pensò di imbrigliare e controllare microscopici patogeni per distruggere e debilitare.
Intanto la biotecnologia, libera di spingersi sempre più in là, continuava a perseverare nel pasticciare. Fino al passo cruciale..
L’inconscio collettivo conteneva chimere elaborandole nelle fantasie, le menti razionali sviluppavano le tecnologie, la voluptas potentia capitalistica-coloniale in nome dell’efficientamento desiderava sfruttare e ergersi grazie ad un vantaggio tecnologico artificiale. Il mix si prospettava esplosivo.. E spingeva.
Si apre lo scenario geopolitico. Grossi poli detentori di biotecnologie si attivano, gli esperimenti si delocalizzano (forse) e si eludono aspetti etici. Dagli anni ’50 si piglia qua e là ciò che natura offre e via si sperimenta.
Nasce la megera delle chimere..ciò che permette di fare guerra senza farla, di danneggiare e avvantaggiare economie, di ammalare e impaurire, di dominare e controllare.
Ai neofiti per correttezza spiego solo che coraggiosissimi ricercatori investigatori disvelano gli orditi intenti usando, scienziati creativi!, la strategia che definirco del ping pong di gruppo: analisi chimiche, biologiche e di codice genetico (sequenziamento, aplogruppi, cluster, dendrogrammi comparandoli con analoghi noti) e individuazione di brevetti (pubblici).
Si sa, l’assunto è che chi fa soldi con le chimere comunque brevetta, per sicurezza pecuniaria. Il lupo perde il pelo, mica il vizio! A cercarli si riscontrano patenti estremamente futuriste e stravaganti (o terrificanti?).
E si SC-19 sembrerebbe proprio una chimera montata su un coronavirus estratto dai pipistrelli tanti anni fa (e pasticciato nei laboratori GOF, gain of function). In effetti quando mai le Potenze si sono soffermate a indagare il siero immunitario delle specializzatissime comunità note di cacciatori di pipistrelli?
Mai. O forse prima…. ooops mi è scappata un’altra storia!
Bè se approfondirete troverete che il virus, un qualcosa di semplice al punto da essere considerato tassonomicamente tra vita e non vita (non sa replicarsi in modo autonomo)- sia un tipastro piuttosto sobrio perché necessità di bagaglio leggero..
Eppure questo famigerato qui si zavorra un acido nucleico paragonabile ad una bella valigia femminile a seguito. Insomma che ne dite? Quale potrebbe essere la probabilità che per cause occasionali ed evolutive da un nanometretto ospite di un pipistrello, si potesse creare naturalmente tale meraviglia? Chimere generate da megere?
M.E. Flamigni
Foto By I, Sailko, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20060005