C’è vento
Fronde martoriate, foglie costernate,
gote scalfite dal vento molesto..
ti diverti a riempire le giornate di freddo.
La notte la tua cantilena fa apprezzare le modeste coperte, mi trasporta alle porte del sonno..
rechi con te antichi liuti
suonando canti africani ora flebili..
accendi i miei sogni
orfani del faro sicuro sullo scoglio.
Mi sorprendi nei soliti fraseggi
d’ampie distese spazzate dai venti dell’Asia..
popoli mongoli nei loro giacigli
di tende precarie,
bambini dalle guance arrossate dal freddo
indifferenti giocando nei rinchiastri gelati.
La buriana notturna, passata quasi indenne,
lascia le scorie macinate dai giorni vogliosi di scoprire lidi in attesa.
La parabola quasi in discesa
ha tutte le sedie occupate
e chiusa la sala d’attesa.
Puoi aspettare il viandante
che tiene soltanto avventure addobbate dal tempo.
Alessandro Calanca
@dirittiriservati