@Ladolcevitaly e Loscrivodame visitano Calcata Vecchia, un borgo incantevole che di erge su un monte di tufo da cui si gode il panorama della valle del fiume Treja.
Anche Calcata ha una storia di tutto rilievo, accompagnata da leggende e misteri come quello datato 1527, quando fu catturato un lanzichenecco. Questo aveva partecipato al sacco di Roma e depredato il Sancta sanctorum di San Giovanni in Laterano.
Il lanzichenecco venne Imprigionato qui, dove sembra avesse nascosto il reliquiario con il Santo prepuzio nella sua cella, dove venne scoperto nel 1557. Da quel momento la chiesa iniziò a venerare la reliquia, concedendo a tutti i pellegrini un’indulgenza di dieci anni.
Il paese ha un unico accesso tramite una porta lungo le mura nei pressi dei resti del tempio falisco di Monte Li Santi.
Calcata Vecchia, il cinema e la cultura
Il paese è noto per la sua particolarità e per essere stato immortalato anche in una scena del film culto “Amici miei” del 1975 e pochi anni più tardi in alcune scene de “La mazzetta” di Sergio Corbucci, con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi.
Non male per un piccolo borgo che resta cosi presente nella storia del cinema italiano. Ma non è finita perché Calcata è citato anche nel film di Andrei Tarkovskij “Nostalghia”.
Nel 1997 tocca a Luca Barbareschi con il film Ardena, interpretato dallo stesso regista e da Lucrezia Lante della Rovere, scegliere il borgo come luogo di scena. Nel frattempo, nel 1980 Fabrizio De André lo aveva scelto per girare un video musicale del brano “Una storia sbagliata”. Infine alcune scene de “Il tredicesimo apostolo” sono state girate a Calcata.
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According to legends in Calcata, in 1527 was captured a lanzichenecco who had taken part in the Sack of Rome, and plundered the Holy of Holies of San Giovanni in Laterano. ⠀
Imprisoned in the country, would have hidden the reliquary containing the Holy foreskin in his cell, where it would have been discovered in 1557. Since then the church began to venerate the relic, granting to the pilgrims an indulgence of ten years.
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The village is accessed from the single door that opens on the walls and close to it there are the remains of the temple falisco of Monte Li Saints.”
Calcata è il borgo degli artisti ed ha un alto numero di creativi che provengono da tutto il mondo e che vivono e lavorano nel villaggio: pittori, scultori, musicisti e attori che creano ed espongono qui le loro opere. Cultura, arte, natura ma anche gastronomia.
Cucina tipica, tra Roma e la Tuscia
Calcata è posta sul limite estremo meridionale della provincia di Viterbo, al confine con quella di Roma. Qui si può gustare sia la nota cucina Romana che quella della Tuscia, il nord del Lazio. La Tuscia è nota per avere una gastronomia notevole e genuina, un mix tra la cucina romana e quella toscana con un tocco di cucina umbra.
I piatti di quest’area hanno il profumo di erbe selvatiche, prodotti tipici, olio nostrano.I prodotti tipici sono tanti, come le nocciole e le castagne dei Monti Cimini, ad esempio.
Ma i piatti sono la vera delizia, a partire dalle zuppe della Tuscia come l’acquacotta, il piatto per antonomasia della zona, composta da quattro ingredienti base: pane raffermo, cicoria di campo, mentuccia e olio extravergine d’oliva, aggiunto a crudo.
La zuppa di castagne e ceci è invece un piatto tipico che si serve durante le sagre come quella delle castagne che viene accompagnata con gli gnocchetti.
Tra i primi, in buona parte costituiti da paste fatte in casa con acqua e farina e, in certi casi, uova troviamo lombrichelli alla vitorchianese con finocchio selvatico. Questa è una pasta simile ai bucatini ma senza buco, oltre a questo c’è poi il fieno di Canepina la nota pasta che assomiglia alle tagliatelle .ma tagliata più fine e generalmente condita con ragù di carne e di cinghiale e una spolverata di pecorino locale.
Interessanti anche se non proprio tipici di Calcata gli gnocchi col ferro di Soriano nel Cimino, ovvero gnocchi preparati con acqua, farina e sale che viene preparato utilizzando un ferro da calza. Un piatto curioso in cui ho avuto modo di imbattermi.
Tra i secondi piatti della Tuscia e del Viterbese abbiamo i piatti a base di carne di pollo, coniglio, maiale e agnello oltre che di cinghiale. La polenta con spuntature e salsicce e lo spezzatino di cinghiale sono tipiche leccornie locali.
Infine degni di nota sono dolci e frittelle. Queste ultime si trovano anche a Calcata e dintorni, mentre vengono chiamate Bertolacce nella zona di Corchiano, dove somigliano a crêpes arrotolate e spolverate di pecorino. Queste tradizionalmente venivano utilizzate durante la raccolta quando l’intera giornata contadina era dedicata al lavoro e non si aveva tempo per cucinare. Venivano così portate nei campi come pasto in dei cesti.
A Viterbo vengono chiamate “fregnacce”, e vengono invece preparate durante il carnevale, quando vengono farcite con formaggi vari, ricotta o marmellata. Questo dolce è diffuso ovunque in quest’area ma cambia nome di paese in paese: Stracci a Montefiascone, fricciolose a Vallerano, frittelloni a Civita Castellana, cappellacce a Bomarzo etc etc.
Molto apprezzata è la frittella ai broccoli e borragine, una pianta spontanea che cresce in inverno nei campi.
Tra i dolci veri e propri invece spiccano i ceciaroli che sembrano, per forma, dei ravioli, ripieni di crema di ceci. Oltre a questo sono noti anche il Pangiallo, il Pane del Vescovo, i maccheroni con le noci e le ciambelle con l’anice o al vino bianco per chiudere il pasto.
Durante il periodo di carnevale tipiche sono le castagnole alla Sambuca e i ravioli alla ricotta. I tozzetti, dei biscotti secchi con le nocciole dei Monti Cimini, ovvero prodotti tipici del luogo e serviti durante le feste più importanti.
Insomma, tra cultura, arte natura e gastronomia Calcata Vecchia può essere annotato come uno dei borghi da vedere senza meno….Fede