@Ladolcevitaly e Loscrivodame visitano oggi Drena e il suo castello, nella comunità dell’Alto Garda e Ledro, in Trentino. Intorno, il suggestivo deserto delle Marocche di Dro.
Si tratta di un luogo nolto particolare e suggestivo, sia dal punto di vista storico che paesaggistico.
Origine
Questo luogo è stato abitato fin da tempi preistorici, come dimostra il castelliere dell’età del Bronzo ritrovato in zona.
Il maniero medievale ebbe però dei primi proprietari noti: i Sejano che erano nemici giurati dei da Arco. Questi erano desiderosi di impossessarsi del castello per la sua posizione strategica lungo la strada che collega il Lago di Garda a Trento.
Alla fine i da Arco ebbero la meglio e nel 1174 conquistarono il maniero. Un momento drammatico per il castello, si ebbe nel 1703, quando il generale Vendôme lo distrusse. Il generale fece la stessa cosa in molti altri castelli in zona, entrando in Trentino durante la guerra di successione spagnola.
Recentemente la provincia di Trento lo ha restaurato completamente. Ora è sede di un museo archeologico ed è visitabile. Il 1º giugno 2018 una parte lunga 20 m del muro di cinta è crollata, per fortuna l’incidente non ha causato danni alle persone.
Il posto è davvero molto suggestivo, immerso tra i monti e con un paesaggio unico, essendo incastonato in uno straordinario scenario geologico. Il castello conserva tutti i principali elementi di una fortezza medioevale, essendo austero, posto alla sommità di un dosso roccioso e in posizione dominante sul territorio a nord della conca dell’Alto Garda e quindi strategica.
Il paesaggio è caratterizzato dall’imponente frana glaciale nota come le “Marocche di Dro”, ovvero una distesa continua di grandi pietre da dove spuntano solo poche piante.
In mezzo il castello, incombente sulla gola del rio Salagone, lungo la strada storica fra Arco e la valle di Cavedine, fra il Garda e Trento. Una via alternativa alla valle dell’Adige.
E in effetti proprio qui vi furono insediamenti da tempi antichissimi, dall’età preistorica e protostorica. Segni di presenza umana anche in età altomedioevale (V-VI secolo d.C.). Questo territorio ha sempre attratto l’uomo.
Dalla metà del Duecento il castrum Drenae fu, al centro di violente contese fra le famiglie nobili del luogo, la contea tirolese e la Chiesa di Trento per il dominio sul territorio.
Nel 1266 il controverso testamento di Cubitosa d’Arco, che era in aperto dissidio un altro ramo dei d’Arco, assegnò in eredità una parte del castello di Drena ai signori di Seiano, nemici dei signori arcensi.
Così, nel 1301 le varie lotte di potere sfociarono nella conquista di Riva del Garda e di diversi castelli fra cui anche Drena, da parte del principe vescovo di Trento Filippo Bonacolsi. Il tutto allo scopo di ristabilire ristabilire il proprio dominio contro i conti del Tirolo e i signori feudali.
Da questo derivò l’accordo del 1315 fra il vescovo di Trento Enrico III di Metz e i conti d’Arco. Fu deciso che ai conti andava la giurisdizione civile delle Giudicarie, mentre il vescovo otteneva in garanzia per tre anni il castello di Drena.
Tuttavia le controversie rimasero fino al 1433 quando Drena, come altri castelli del Sommolago, fu eretto a feudo imperiale assegnato agli Arco.
Nel Quattrocento il castello fu trasformato in una residenza più consona al gusto del tempo, pur senza rinunciare alle opere di difesa. Drena rimase ai conti d’Arco fino al 1703.
Quell’anno vide la fine del castello di Drena: incendiato e abbandonato, fino a ridursi ad un rudere. Poi fu utilizzato fino all’inizio del Novecento come cava di materiali e ricovero per pastori e greggi. Dal 1984 la Provincia autonoma di Trento ne avviò il restauro.
Oggi la parte centrale è dominata dal mastio, alto 25 metri e costruito di blocchi lapidei squadrati e bugnati. Si può visitare fino alla cima dove offre un notevole panorama sulle “Marocche” e sull’Alto Garda.
È stato restaurato il perimetro murario della chiesa di San Martino, che fu eretta fra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo. Si tratta del nucleo più antico su cui si impostò successivamente il complesso fortificato.
C’è poi il palazzo comitale, quattrocentesco, che si presenta oggi restaurato con la ricostruzione parziale delle coperture e dei solai.
Del Quattrocento anche la costruzione di una nuova piccola cappella, addossata alla parete meridionale del mastio. Fù costruita al posto dell’antica chiesa di San Martino, nel frattempo demolita.
Sempre nel Quattrocento fu costruita la corte interna, attorno a cui si dispongono gli edifici residenziali e di servizio.
“Castel Drena is a Medieval fortress overlooking Marocche desert.
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The striking Marocche desert stretches out from the foot of Castel Drena, which overlooks the deep gorge of the Salagoni River.
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This desert is the result of a unique glacial phenomenon, which led to the formation of an expanse of 187 million cubic meters of rocks.
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Built in the 12th century, Castel Drena was probably erected over a prehistoric village. During the Middle Ages, the castle became a tool of primary importance to control the road connecting Trento and Lake Garda.
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Thanks to its strategic position, it was used to both block and control the only pass, which could be travelled between Valle del Sarca and Valle di Cavédine.
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Unassailable from the flames, the castle is defended by two rows of walls and has been constructed in a dominating position over a gorge – rendering it impregnable to the techniques in use at the time. ⠀
The castle is mostly Romanesque, but includes a number of Gothic features and 16th century structures. Recently refurbished, Castel Drena can be visited throughout the year, and uses to host numerous cultural events, as well as a permanent exhibition.”
La Marocche di Dro
Un altro elemento caratteristico di Drena sono le Marocche di Dro, testimonianza dell’azione dei ghiacciai sulla morfologia del territorio. I detriti accumulati a causa di una serie di frane di epoca glaciale, hanno creato colline pietrose alte fino a 200-250 metri.
Questa particolare situazione ha ceato un ambiente di aspetto lunare, solitamente tipico di zone aride. Per questo le Marocche sono state incluse tra i biotopi provinciali.
Qui la vegetazione è scarsa e si trovano pochi animali, tra cui rettili come ramarri e lucertole muraiole, volpi, scoiattoli o uccelli come le rondini montane. Le condizioni ambientali difficili fanno di che le piante crescano in forma di bonsai naturali, ovvero un particolare accrescimento con tronchi e rami molto ridotti.
Cascata del Varone
La cascata del Varone, è una cascata famosa fin dall’Ottocento, nonche una delle principali attrazioni naturali di tutto l’Alto Garda.
La cascata, scavata dal torrente Magnone, è visitabile con un apposito percorso a pagamento. Considerata una delle cascate più belle e originali del Trentino, nasce nel punto in cui le acque sotterranee del Lago di Tenno incontrano una roccia sedimentaria più tenera.
Si viene così a creare uno spettacolare salto d’acqua tra le pareti di roccia, in una forra di 73 metri, scavata dall’acqua stessa. Proprio qui Thomas Mann, in vacanza sul Garda, venne ispirato per scrivere “La montagna incantata”.
La cascata, attrezzata con poggioli e scalette per una visione ravvicinata, presenta anche due grotte. Una collocata nei pressi della prima passatoia, la seconda dove l’acqua scorre all’interno della montagna. Questa si raggiunge dopo 115 scalini e il passaggio attraverso il giardino botanico.
Castel Drena e la sua zona restano impressi nella mente di chi li vede. L’originalità di un piccolo deserto di montagna e il fascino del castello meritano senza dubbio una visita. Il tutto immerso bello splendido scenario trentino..Fede
Fonti:
https://www.cultura.trentino.it/Luoghi/Tutti-i-luoghi-della-cultura/Castelli/Castel-Drena
https://www.visittrentino.info/it/guida/natura/aree-protette/marocche-di-dro_md_2283
Foto con relativi accrediti e testo in inglese tratte da pagina autore Instagram @Ladolcevitaly